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Trito
Storia
+  Breve storia di Trito

Trito è situata sulla murgia nord-orientale che costeggia la Valle d'Itria, la contrada pare abbia avuto una certa frequentazione sin dalla antichità, anche se nessuna repertazione archeologica lo comprova.
Tale frequentazione da parte di popolazioni migratorie viene suffragata da due generi di indizi.
Il primo topografico, si basa sull'esistenza di un'antichissima via rurale: una carraia (oggi stravolta da sterpaglie e da pietrame) che taglia longitudinalmente tutta la contrada da Est ad Ovest. Questa via di comunicazione che proveniva da Cisternino toccava le contrade di Tumbinno, Palmone, Pezza, Pasqualone, Pedone e Serralta. Era un'arteria stradale, anche se modesta a confronto con le attuali strade, importantissima logisticamente, poichè permetteva, a coloro che ne fruivano, di controllare una vastissima parte del territorio circostante e le relative genti stanziali e migratorie.
Il secondo indizio è di carattere etimologico, perchè analizza l'origine del nome della contrada che, secondo i documenti, è rimasto immutato sin da quando è apparso sugli scenari storici. Alcuni indicano il toponimo Trito come derivante dal numero cardinale tre poichè, secondo questa teoria, la contrada è pressochè equidistante dai tre centri più vicini: Locorotondo, Cisternino e Martina Franca. Sappiamo però, che Trito è preesistente di almeno due secoli a Martina Franca.
Taluni studiosi asseriscono, invece, che la voce potrebbe essere scaturita dalla constatazione che, un tempo remoto, la località sorgeva al confine di tre territori: la Peucezia, la Messapia e la Japigia. Secondo l'attuale concezione più accreditata tale confine doveva sussistere però alcuni chilometri da Trito, in pratica tra Locorotondo e Martina Franca.
La terza ipotesi vuole che l'etimo Trito discenda dal latino Tritus con il significato specifico di "battuto, frequentato" in riferimento ad una strada particolarmente percossa. Ciò comproverebbe che il sito abbia ereditato fino dai tempi remoti la nomea di luogo altamente frequentato dalle popolazioni circostanti (San Salvatore, Figazzano, San Marco, Castel Pagano,Tumbinno, ecc.) trasmettendolo e traslandolo nel periodo romano fino ad affidarlo al Medio Evo dal quale è stato attinto.Tale via di crinale poi proseguiva oltre, fino ad intersecare all'altezza del Canale di Pile, l'importante arteria viaria detta istmica ( poichè collegava due mari) Taranto-Egnazia, che costeggiava Locorotondo nell'attuale contrada di Grofoleo.Tale istimica pare fungesse anche da limite fra Peucezia e Messapia.
Oltre a queste notizie etimologiche (non compiutamente comprovate), si ritiene che vi fosse una dominazione bizantina tra il IV e il VI secolo a Trito.
Sullo scenario storico la contrada appare già in documenti dell'XI secolo, ma come cospicua entità territoriale. Per cui è da supporre la formazione della località già da parecchio tempo addietro, infatti inglobava attuali contrade come Pasqualone, Rizzo, Pedone ecc.
Nel 1179 con bolla del 19 Aprile, il papa della Lega Lombarda, Alessandro III (V.Ughelli e Lubin,ibid.) conferma alla badia benedettina di S.Giovanni di Faiano le giurisdizioni e i possedimenti già precedentemente goduti, e tra gli altri la chiesa di S. Maria Maddalena col suo casale Funiano o Cignano, i suoi uomini e i suoi tenimenti, il luogo detto Cerdaniano, con le vigne e tutte le sue pertinenze e le ter­re nel luogo detto Trito.Dalla lettura della carta si rileva che tali donazioni dovettero essere fatte prima del 1118 dal conte di Conversano Roberto, figlio di Goffredo.
Per collegare a Trito questi luoghi dobbiamo arrivare al 1392 con bolla di Bonifacio IX , dove tra le altre chiese abbaziali era stata concessa ai vescovi di Monopoli quella di S. Giovanni di Faiano con tutti i beni annessi, e naturalmente anche col casale di S. Maria Maddalena di Cignano.
Quindi il territorio dotato di boschi, pascoli, seminativi e masserie si estendeva su oltre 560 tomoli, ma era stato spartito in due feudi l'uno appartenente ai Basiliani di San Nicolò di Casole in Otranto, poi dipendente dalla Commedia di Sant' Angelo di Grecis in Fasano e l'altro sotto la giurisdizione dei Gerosolimitani dell'Abbazia Benedettina di Santo Stefano di Monopoli.
Pare che in questo periodo l'estensione di Trito raggiungesse l'attuale Masseria Signora Pulita.
Sulle popolazioni vassalle abitanti le terre che andavano sotto il nome di Trito gravavano numerose gabelle dei predetti feudatari, inoltre epidemia, malattie, calamità naturale ne affliggevano lo sviluppo e il progresso. Non mancavano le devastazioni compiute dalla ferocia umana; come quella che si verificò nel 1347 ad opera di un certo Filippo di Suluz, un avventuriero germanico a capo di una nutrita compagnia di mercenari che depredò e mise a ferro e fuoco Trito e le contrade vicine solo per vendette e per bottino.
Nel 1566 la parte più cospicua della contrada fu acquisita, dall'Università di Locorotondo dalla Regia Corte che ne aveva acquisiti i diritti dell'abbazia di Monopoli, ma li aveva esercitati in maniera scorretta e confusa. Lo strumento che ne attestò l'acquisto fu denominato "Istrumento Santacroce" e sancì oltre ad altri importanti acquisizioni, il cambiamento del feudatario verso il quale le genti contadine ed artigiane avrebbero sborsato le decime, le vigesime.
La vita della contrada, nei secoli successivi si svolse, in pratica, seguendo esattamente quella del centro al quale era ormai legata per competenza, cioè a Locorotondo.
Nel 1749 il feudo di Trito risulta essere una masseria abaziale ed è detto anche Fogge di Trito. Il feudo comprendeva le seguenti località: Trito, Aira della Chianca, Malacascia, Marinelli, Monte Zappullo, Papariello.
La situazione politica, economica e storica viene a modificarsi solo con la caduta della Feudalità (1810) dovuta all'avvento dell'era napoleonica, che preparerà il terreno al Risorgimento italiano il quale si concretizzerà mezzo secolo dopo con l'Unità d'Italia.Solo con l'unità nazionale nei territori rurali, anche se faticosamente, si giungerà ad un certo assetto organizzativo ed amministrativo, necessaria premessa per un progressivo miglioramento ed un moderno sviluppo.


Bibliografia
Rielaborazione, "Alla scoperta di Trito" dello storico Tursi Giuseppe
Prof ANGELO CUSTODERO, anno 1918 Giornale "LA RAZZIA",Supplemento letterario, ANNO I. numero 6 , Locorotondo 31 Agosto 1918
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